barca simbolo della chiesa

I fedeli che si radunano nell’attesa della venuta del loro Signore, sono esortati dall’Apostolo a cantare insieme salmi, inni e cantici spirituali (cfr. … la Chiesa, alla quale tutti siamo chiamati in Cristo Gesù e nella quale per mezzo della grazia di Dio acquistiamo la santità, non avrà il suo compimento se non nella gloria celeste, quando verrà il tempo in cui tutte le cose saranno rinnovate (cfr. Gli apostoli, spaventati e chiusi nel cenacolo, dopo che hanno ricevuto lo Spirito Santo, si recano, senza più esitazioni e paure, a predicare il Vangelo (cfr. Le immagini evangeliche del sale, della luce e del lievito, pur riguardando indistintamente tutti i discepoli di Gesù, trovano una specifica applicazione ai fedeli laici. Due episodi evangelici ci aiutano a comprendere meglio questa realtà: l’avvio del ministero apostolico di Gesù e la professione di fede di Pietro. 1 Gv 4, 7-8), si coinvolge pienamente con la nostra condizione umana. Mt 2,1 1). Il digiuno è una forma di penitenza per aiutarci a convertire la nostra vita a Dio; a osservarlo sono tenuti tutti coloro che hanno compiuto 18 anni fino a 60 anni. La lampada accesa è anche il simbolo della prudenza, come ci ricorda la parabola delle dieci vergini: le cinque vergini sagge e prudenti presero insieme alle lampade anche l’olio per poter vegliare nell’attesa dello sposo (cfr. È un modo per vincere le tentazioni del mondo, che si manifestano attraverso il consumismo: Con il digiuno quaresimale tu [o Dio] vinci le nostre passioni, elevi lo spirito, infondi la forza e doni il premio (Prefazio di Quaresima IV). Il simbolo della resurrezione è la fenice. Lo Spirito Santo infonde i suoi doni, che aiutano il cammino di fede dei cristiani: «Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore» (Is 11, 2); rende visibile nell’esistenza quotidiana il suo frutto: «amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5, 22). La parola di Dio viene pronunziata nella celebrazione liturgica non soltanto in un solo modo, né raggiunge con la medesima efficacia il cuore dei fedeli: sempre però nella sua parola è presente il Cristo, che attuando il suo mistero di salvezza, santifica gli uomini e rende al Padre un culto perfetto” (Introduzione al Lezionario, in Lezionario festivo 4). Per questo è anche indicata pastoralmente l’esecuzione di canti con ritornelli facili, affinché l’assemblea possa ripeterli, mentre il coro esegue le singole strofe. L’unzione nella Bibbia è il segna della elezione e della consacrazione dei re e dei sacerdoti: Dio dice a Mosè: «Farai avvicinare Aronne e i suoi figli all’ingresso della tenda del convegno e li farai lavare con acqua (…) Poi prenderai l’olio dell’unzione, lo verserai sul suo capo e lo ungerai» (Es 29, 4.7). Gesù, quindi, sintetizza e porta a compimento tutte le attese di salvezza del popolo di Dio, che si sono manifestate lungo il corso della storia; egli è la parola d’amore di Dio per l’umanità. Questo è il fine della Chiesa: con la diffusione del regno di Cristo su tutta la terra a gloria di Dio Padre, rendere partecipi tutti gli uomini della salvezza operata dalla redenzione, e per mezzo di essi ordinare effettivamente il mondo intero a Cristo. È all’interno dell’assemblea riunita nel nome di Cristo, quindi, che acquistano significato tutti gli altri gesti: l’assemblea infatti è simbolo della Chiesa, ed è il vero tempio dei credenti, che con la gioia dei figli di Dio vive la propria fede, partecipando comunitariamente alla liturgia. I Vangeli, infatti, sono il vertice di tutta la rivelazione di Dio, perché ci presentano la vita di Gesù e il suo messaggio. • Ogni barca a vela, ha un albero maestro che è sempre a forma di croce. Alcuni episodi tratti dal Nuovo Testamento: la risurrezione di una donna a Giaffa («… Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi rivolto alla salma disse: “Tabità, alzati!”. Nei Salmi vi sono alcune interessanti invocazioni al riguardo: «Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?» (Sal 27, 1); «È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce» (Sal 36, 10); «Beato il popolo che ti sa acclamare e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto» (Sal 89, 16); «Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande! Già nell’Antico Testamento il digiuno era una pratica penitenziale per espiare i peccati e per supplicare il Signore: «Il ventiquattro dello stesso mese, gli Israeliti si radunarono per un digiuno, vestiti di sacco e coperti di polvere» (Ne 9, 1); «Mi rivolsi al Signore Dio per pregarlo e supplicarlo con il digiuno» (Dn 9, 3); «I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo» (Gn 3, 5). L’apostolo Pietro, il primo papa, si rivolge così ai credenti: «Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce» (1 Pt 2, 9). Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 12-13). L’imposizione delle ceneri ci sollecita alla conversione, cioè a cambiare vita, volgendo lo sguardo a Dio che ha dato la sua vita per noi. Non ci facciamo illusioni: senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione (Novo millennio ineunte). Nell’arte cristiana, il ramo di palma rappresenta il martirio e indica la vittoria dei martiri che, grazie alla loro fede forte e perseverante, non si sono piegati alle dottrine pagane, perché «tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo; la nostra fede» (1 Gv 5, 4). In un altro passo del Vangelo, Gesù gli ha affidato il potere di pascere il suo gregge (cfr. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14, 27), perché la pace, prima di tutto, è un dono di Gesù che dobbiamo accogliere, collaborando ad estenderlo a tutti gli uomini. In particolari momenti della sua vita Gesù si manifesta come il “Cristo” (sono le cosiddette “cristofanie”): nel battesimo (cfr. (Benedetto XVI, Corpus Domini 2005). 1 Gv 4, 18); nell’Antico Testamento il simbolo del fuoco è legato alla presenza di Dio, alla sua manifestazione. Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? Chi cerca Dio deve essere nella gioia, perché è alla ricerca del bene che non delude, ma che riempie e appaga il cuore e si rende presente con la sua salvezza: «Vedano gli umili e si rallegrino; si ravvivi il cuore di chi cerca Dio» (Sal 69, 33); «Gioia e allegrezza grande per quelli che ti cercano; dicano sempre: “Dio è grande” quelli che amano la tua salvezza» (Sal 70, 5). 4 La colomba con il ramo di ulivo è simbolo dell’anima che vive nella pace di Dio. Lo Spirito è anche forza che trasforma il cuore della comunità ecclesiale, affinché sia nel mondo testimone dell’amore del Padre, che vuole fare dell’umanità, nel suo Figlio, un’unica famiglia (Deus caritas est 19). Deve emergere la ministerialità dell’assemblea che si esprime nei diversi ruoli: lettori, accoliti, cantori, catechisti ecc. L’assemblea non è un popolo di perfetti, ma è costituita da santi e da peccatori che, insieme, lodano e ringraziano Dio e si sforzano a vivere la carità; ed è proprio la carità che ci svela in che misura viene interiorizzata e vissuta la liturgia. Anche nel rito di consacrazione di una nuova chiesa vi è l’unzione dell’altare e delle pareti, nei quattro punti cardinali. Gesù stesso, in modo chiaro e inequivocabile, si presenta come la luce: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8, 12). Il dialogo tra Dio e gli uomini, sotto l’azione dello Spirito Santo, richiede brevi momenti di silenzio, adatti all’assemblea, durante i quali la parola di Dio penetri nei cuori e provochi in essi una risposta nella preghiera (Introduzione al Lezionario, in Lezionario festivo 28). A Schiavonea di Corigliano viene esaltato il borgo marinaro. Rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce come di un manto» (Sal 104, 1-2). 2 Il monogramma del nome di Cristo è la sovrapposizione di due lettere dell’alfabeto greco: X (chi) e P (rho), lettere iniziali della parola Cristo. Il canto «ufficiale» della Chiesa, perché riconosciuto come proprio della liturgia romana, è il gregoriano che prende il nome da papa Gregorio Magno (560604). Secondo la bella espressione di papa Gregorio Magno, il mio ministero è quello di servus servorum Dei. Le mani giunte è un gesto che, in un certo modo, tende a mettere in evidenza l’affidamento e l’intensità di preghiera o di supplica con cui ci rivolgiamo a Dio. Gesù, quindi, per amore nostro ha vinto il male e ci ha costituiti figli di Dio, rendendoci partecipi della vita di grazia, che troverà il suo compimento in paradiso. La fede è anche ricerca appassionata della verità, per crescere nella conoscenza di Dio: «Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore» (Sal 119, 2). I cristiani hanno modificato e adattato questo significato: il pavone, con la sua ruota variopinta che richiamava il cielo stellato, era diventato il simbolo della vita eterna. Il canto deve essere partecipato da tutta l’assemblea. Nel battesimo vi sono due unzioni, sul petto e sulla fronte del battezzando; nella confermazione, il vescovo unge la fronte del cresimando; nell’ordinazione dei presbiteri, il vescovo ordinante unge le mani del nuovo sacerdote e nell’ordinazione episcopale unge la fronte del novello vescovo; nell’unzione degli infermi, il ministro unge la fronte e le mani del malato. Il Lezionario feriale è diviso in due parti: nella prima sono riportate le letture dei Tempi di Avvento, di Natale, di Quaresima e di Pasqua (che sono sempre uguali per tutti gli anni) e le letture del Tempo Ordinario da usarsi negli anni dispari; nella seconda parte si hanno soltanto le letture delle ferie ordinarie per gli anni pari. Durante l’ultima cena, Gesù ha preso del pane e del vino e li ha dati ai suoi discepoli come suo corpo e suo sangue e ha voluto che essi ripetessero questo gesto in suo nome: «Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete questo è il mio corpo”. Is 53, 7). Il Lezionario per le celebrazioni dei santi comprende le letture per le solennità, le feste e le memorie che riguardano i santi; soltanto dieci memorie di santi hanno letture proprie (ad esempio la memoria di santa Marta). Un’eucaristia che non si traduca in amore concretamente praticato è in sé stessa frammentata (Deus caritas est 14). Ap 15, 2-3); per questo motivo, nella Chiesa dei primi secoli, era proibito inginocchiarsi la domenica, giorno del Signore, e durante tutto il tempo di Pasqua. I cantori e l’organista, quindi, per il loro compito di estrema importanza per la comunità, svolgono un vero e proprio ministero liturgico. Jungmann). La stola, anticamente, si chiamava orarium (dal latino os-oris, bocca), ed era una panno che, soprattutto gli oratori, portavano intorno al collo per asciugarsi la bocca e tergersi il sudore, durante le dispute oratorie. Se saremo docili ai nostri pastori, «l’Agnello sarà il nostro pastore e ci condurrà alle fonti delle acque della vita» (Ap 7, 17). d4�1�(� dD�p�hbd4��p�D58`�@FAw^��8�ZB�א�R!�G�R�!��@=�R�0��D;�8��2A�����'����7���$�{��C^6H���i���*[�ϋ�c���(f0/q��U���W{!��#0_h���O�"�w�"�`�S�7. Per questo motivo, per i primi cristiani, la fenice è diventata il simbolo della risurrezione. XVI). (Matteo 16,18) E così farà dopo, apparendo risorto ai discepoli: «Una notte Pietro e i suoi amici erano fuori sulla loro barca a pescare sul lago di Tiberiade. La sua natura dipende dal momento in cui ha luogo nelle singole celebrazioni, Così, durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, il silenzio aiuta il raccoglimento; dopo la lettura o l’omelia, è un richiamo a meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la comunione, favorisce la preghiera interiore di lode e di supplica (Ordinamento generale del Messale Romano 45). L’annuncio del Vangelo, quindi, e la spiegazione del suo messaggio è una priorità per la Chiesa, perché è l’incontro con Gesù che parla a noi. Sull’esempio del suo Maestro. 1 Pt 3, 15) (Lumen gentium 10). Nell’Antico Testamento troviamo diversi riferimenti alla speranza: riguardano ad esempio il futuro che Dio ha preparato per il suo popolo, attraverso «progetti di pace» (cfr. 2-8). Sarebbe opportuno che la cantoria fungesse da guida, da base, proponendo canti semplici e conosciuti, in modo da poter essere cantati da tutti. 1 Tm 5, 17), credendo ciò che hanno letto e meditato nella legge del Signore, insegnando ciò che credono, vivendo ciò che insegnano (LG 28). Gesù ci insegna a vivere in pienezza la nostra umanità, amando la nostra storia, le nostre origini, dando valore a ogni piccolo gesto e singola situazione. Uno di questi narrava che, quando non riusciva a trovare il cibo per i suoi piccoli, il pellicano si squarciava il petto per far fuoriuscire il suo sangue come alimento. San Paolo paragona la Chiesa al corpo: «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. La tradizione della Chiesa, partendo da questo brano, ha redatto la preghiera più conosciuta rivolta a Maria: l’Ave Maria. Giustamente perciò la liturgia è considerata come l’esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo. Nelle chiese, specialmente nelle cappelle dedicate alla Madre di Gesù, si trova la scritta Ave Maria o semplicemente le iniziali, cioè le lettere A e M sovrapposte una all’altra. Essi, quindi, ci mettono in comunione con il popolo di Dio che è vissuto e ha pregato prima di noi. La fede nella risurrezione ci fa sentire in pellegrinaggio verso la Casa del Padre; ci apre alla gratuità e ci rende staccati dalle cose materiali sull’esempio della Chiesa delle origini: «La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Lo stare in piedi è in particolare la posizione dei risorti, di chi è nella gloria, secondo l’immagine posta dall’Apocalisse: chi ha vinto il male è in piedi e canta il cantico di Mosè e il cantico dell’Agnello (cfr. La preghiera dei Salmi racchiude questo concetto di Dio come guida e salvatore: «Buono e retto è il Signore, la via giusta addita ai peccatori; guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie» (Sal 25, 8-9); «Il Signore è la forza del suo popolo, rifugio di salvezza del suo consacrato. Come ben ci ricorda il “Catechismo della Chiesa cattolica”: Nella vita umana segni e simboli occupano un posto importante. Il pellegrino abbandona le proprie sicurezze terrene e si mette in cammino alla ricerca di Dio, fidandosi della provvidenza. Ammirando i simboli cristiani, il significato colto attraverso i sensi, in un certo modo, viene trasfigurato ed elevato al piano spirituale; ciò dipende dal contesto biblico o dall’aspetto della vita di Gesù a cui i simboli cristiani fanno riferimento. Egli infatti conta non sulle sue forze, bensì sulla presenza e sull’azione dello Spirito Santo che guida la barca della Chiesa di Pietro. Per queste sue particolari prerogative, l’acqua è il simbolo dello Spirito Santo, che ha il compito di rinnovare e di rigenerare a nuova vita gli uomini. L’Arcivescovo Nosiglia ha benedetto il melograno, simbolo della dottrina sociale. Il primo riporta la preghiera del ciclo natalizio e va dai Primi Vespri della I Domenica di Avvento fino alla festa del Battesimo di Gesù (domenica dopo l’Epifania). Anche se venissero a mancare le sicurezze terrene, questo non capiterà alla fiducia in Dio: «Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso» (Eb 10, 23). 219 0 obj <>/Filter/FlateDecode/ID[<10A6396E184C5C40A6722E149EDD06E3>]/Index[200 45]/Info 199 0 R/Length 98/Prev 979965/Root 201 0 R/Size 245/Type/XRef/W[1 3 1]>>stream Secondo il Vangelo di Matteo (16, 17-19; cfr. Riscontrare nel simbolo la capacità di passare da un piano all’altro del significato è riconoscere la pluralità dei livelli del discorso, smentendo la visione di una pura «traduzione» e di un approccio meramente economico-pulsionale alla simbolica del sogno e della psiche umana. Ancora l’Apostolo impone le mani sulla comunità di Efeso, e subito si manifestano i doni dello Spirito Santo: «Appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano» (At 19, 6). “Egli è colui che verrà alla fine dei tempi, per portare a compimento in tutto il creato la volontà del Padre. In questo modo esercita il potere di «legare e sciogliere», cioè di vincolare tutti i battezzati a una particolare verità di fede. Mondo rurale che cambia e Chiesa in Italia 33). Attorno a quella barca, a quella piccola Chiesa, comincia a radunarsi una folla sempre più crescente, il nuovo … Questo simbolo trae origine dal brano del Vangelo dove si narra il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, quando Gesù sazia la fame della folla: «Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. LA BARCA AGITATA DALLE ONDE: è importante chiarire che la BARCA, nel Vangelo, è simbolo della Chiesa. L’acqua è presentata dalla Sacra Scrittura come l’azione vivificatrice e provvidente di Dio, che purifica («Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati» (Ez 36, 25), e che dona la vita («Farò scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo alle valli; cambierò il deserto in un lago d’acqua, la terra arida in sorgenti», Is 41, 18). Ed è proprio mediante l’ascolto della parola di Dio e la celebrazione dei sacramenti che si edifica e cresce la Chiesa. Il termine assemblea traduce il greco ekklesia (assemblea di popolo) e l’ebraico qahal (assemblea liturgica). Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso» (Lc 1, 8-10). I campi obbligatori sono contrassegnati *. Gesù è «l’immagine dell’invisibile Dio» (Col 1, 15), è l’uomo perfetto che ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza con Dio, resa deforme agli inizi a causa del peccato dei progenitori. Nell’Antico Testamento troviamo alcuni riferimenti a questo atteggiamento di preghiera: Mosé prega con le braccia allargate e, quando è stanco, gli vengono anche sorrette (cfr. Sopra il camice i ministri ordinati mettono la stola (dal greco stolé, sopravveste), una lunga striscia di stoffa, che varia di colore secondo il tempo liturgico o la festa celebrata. Per questo, possiamo dire che la liturgia è «fonte» di luce, perché ci fa incontrare la Luce. Cristo, fattosi obbediente fino alla morte e perciò esaltato dal Padre (cfr. Durante le celebrazioni liturgiche vengono usati tre tipi di olio: l’olio dei catecumeni, nella prima unzione del sacramento del battesimo; il crisma, composto da olio e balsami aromatici, nella seconda unzione del battesimo, nella confermazione (il termine cresima deriva proprio da crisma), nell’ordinazione sacerdotale ed episcopale e nella dedicazione di una nuova chiesa; l’olio degli infermi, infine, viene usato nell’unzione degli infermi. Le nostre case siano case per lui e con lui! I simboli della Chiesa sono: la barca, la rete da pesca, la vite, la sposa. Le vergini, quindi, sono coloro che hanno offerto a Dio la propria vita, donandosi totalmente: anima e corpo. Questi significati li troviamo, trasfigurati, anche sul piano spirituale. Il Calendario generale, valido per tutto il mondo cattolico, dà indicazioni pratiche riguardo alle solennità, alle feste, alle memorie, alle ferie, che ogni giorno ricorrono, segnalando la liturgia (messa e Liturgia delle ore) che i deve o si può celebrare. Lo scambio della pace, all’interno della celebrazione eucaristica, è posto prima della comunione (nel rito ambrosiano, invece, precede l’offertorio); questo vuole sottolineare che dobbiamo ricevere il corpo di Cristo pienamente riconciliati con i fratelli. Essa indica il “viaggio”, che ogni uomo compie nel tentativo di raggiungere Dio. Ap 7, 13); il bianco è il colore del vestito degli angeli e di coloro che sono al cospetto di Dio: «Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. La preghiera più antica alla Vergine che conosciamo fu scoperta su un papiro risalente al 250 circa; è il “Sub tuum praesidium” che conferma come, già agli inizi della Chiesa, i cristiani trovassero un rifugio in tutte le loro difficoltà nelle braccia di Maria. Gv 21, 15-17). La Chiesa è stata costituita da Gesù quale sacramento universale di salvezza, affinché attraverso di essa tutti gli uomini possano incontrarlo. La cantoria parrocchiale svolge un prezioso servizio nei confronti dell’assemblea, aiutando a vivere meglio le celebrazioni liturgiche. endstream endobj 201 0 obj <>/Metadata 26 0 R/Pages 198 0 R/StructTreeRoot 60 0 R/Type/Catalog>> endobj 202 0 obj <>/MediaBox[0 0 594.96 842.04]/Parent 198 0 R/Resources<>/ProcSet[/PDF/Text/ImageB/ImageC/ImageI]/XObject<>>>/Rotate 0/StructParents 0/Tabs/S/Type/Page>> endobj 203 0 obj <>stream Siamo tutti chiamati, ciascuno nel proprio ambiente di vita, a essere operatori di pace. Ricevere Gesù nelle mani mette in luce la nostra dignità di figli di Dio, ed è un atteggiamento più maturo e responsabile, che non dobbiamo banalizzare, ma vivere con convinzione soprattutto in quei secondi che precedono la manducazione dell’eucaristia, quando siamo chiamati a manifestare la nostra devozione e adorazione verso Gesù, che è sorretto dalle nostre fragili mani. Rm 6, 12) (Lumen gentium 36). Basti pensare all’arca di Noè, simbolo della salvezza dalle acque del diluvio; o ancora alla barca di Pietro che, pur nelle tempeste del mare, non è squassata, proprio perché in essa è presente Cristo Signore e Salvatore: è per questo che nell’antica iconografia cristiana la barca o la nave diventa simbolo della Chiesa, e la presenza di Cristo viene esplicitata dal fatto che l’albero … In essa il Deus Trinitas, che in sé stesso è amore (cfr. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini» (Mc 6, 41-44). La veste liturgica, quindi, è importante ma ciò che è essenziale per tutto il popolo di Dio, ministri ordinati e fedeli, è l’essere rivestiti di Cristo, come ammonisce san Paolo: «Tutti voi siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo» (Gal 3, 26-27). Poiché l’annunzio del Vangelo costituisce sempre l’apice della Liturgia della Parola, la tradizione liturgica sia orientale che occidentale ha sempre fatto una certa distinzione fra i libri delle letture. In particolare questa immagine, all’inizio della Chiesa, era applicata ai catecumeni, cioè a coloro che si preparavano a essere immersi nell’acqua per ricevere il battesimo e diventare cristiani.

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